.
Dopo un anno di gravi disagi e pesanti sofferenze (peraltro sopportati con coraggio, forza e determinazione) ci ha lasciato Antonio Latessa!
Sicuramente grande è il senso di vuoto che ha lasciato in chi ha per tanto tempo apprezzato il giocatore e stimato l’uomo al quale non si poteva non voler bene per la sua signorilità e la sua estrema sincerità. Ero suo amico da più di quaranta anni (quando giocavo in terna con lui e Sabbatini, che peraltro era il suo preferito senza particolari gelosie da parte mia) ed ero poi approdato ad essere il suo partner fisso da quel campionato del MEC vinto nel 1998! In questi 25 anni da partnership i nostri vincoli si sono sempre più rafforzati tanto che io (che ero anche il suo avvocato) in ogni situazione propostami o avuta di dubbio licitativo sono stato solito sino a poco fa affermare che avrei interpellato lui che in materia era il mio guru (qualità questa che non ero certo il solo a riconoscergli).
Ma è troppo riduttivo a mio avviso soffermarmi solo sulle sue qualità di bridgista – che, a dir la verità, non sempre gli riconoscevo tanto che finivamo per litigare salvo poi abbracciarci dicendo ognuno che aveva ragione l’altro – senza soffermarmi sulle sue qualità umane ricordando in particolare la sua gentilezza, la sua eleganza e la sua capacità di stare in compagnia e di far star bene chi si trovava con lui. Come non ricordare le serate durante campionati di ogni genere nelle quali visto che non si giocava ci si radunava tutti nel salone dell’hotel che ci ospitava e se c’era un pianoforte venivamo da lui deliziati, compresi anche gli stranieri che pur non conoscendo la lingua apprezzavano la musicalità che usciva dalle sue mani che si agitavano sulla tastiera.
Ma troppo dovrei scrivere per ricordarne tutte le sue qualità. Aveva forse un unico difetto (che io spesso gli rimproveravo) che era quello di voler sempre dire apertamente tutto quello che pensava di persone e situazioni così provocando a volte malumori e litigi dai quali toccava ai suoi amici tirarlo fuori…ma era fatto così! Da ultimo mi piace ricordare che diversi anni fa, in occasione del torneo di Catania che vincemmo con Attanasio e Failla (anche se molte mani le giocai con Frazzetto perché lui si era sentito male) quel mascalzone di Amedeo Comella lanciò una gara (con possibilità di scommettere) su chi sarebbe morto prima tra noi due. E anche questa volta, competitivo come è sempre stato, ha voluto vincere lui! Ma perdonarlo è facile… Ho finito, voglio solo aggiungere che già lo vedo giocare insieme a San Pietro o a Satana (a seconda della collocazione che avrà) ed insultarli ad ogni piè sospinto per le loro…debolezze licitative. Ora ho finito sul serio e mi resta solo di abbracciarlo un’ultima volta.
Ciao Antonio, mi mancherai…
Tuo Peppe